Saluti a… Sonny Colbrelli

Sonny Colbrelli è costretto a lasciare il ciclismo per causa di forza maggiore proprio nel miglior momento della carriera. Partendo dalla fine, la carriera del bresciano si è interrotta a causa di un arresto cardiaco al termine della prima tappa della Volta a Catalunya, quando si era appena piazzato al secondo posto di giornata. Il corridore italiano non ha mai nascosto che se la cosa fosse capitata in allenamento, probabilmente l’esito sarebbe stato ben peggiore, ma allo stesso tempo il defibrillatore che gli è stato impiantato non gli consente di gareggiare e così è arrivato l’annuncio del ritiro più o meno un anno dopo i successi più belli della carriera. Alla fine del 2021, infatti, il corridore lombardo era riuscito, tra le altre cose, a laurearsi campione europeo sulle strade italiane e a vincere una leggendaria Parigi-Roubaix bagnata (la pioggia è sempre stata una delle sue condizioni di gara preferite), regalando uno splendido colpo di coda allo scintillante 2021 dello sport azzurro. Corridore dallo spunto veloce, ma capace di reggere in salita, il classe ’90 è stato uno specialista soprattutto delle corse di un giorno, con l’Italia che è sempre stato il suo terreno di caccia di preferito.

Il nativo di Desenzano del Garda si mette in mostra con qualche buon risultato a livello giovanile e a metà del 2010 arriva al primo approccio al grande ciclismo come stagista della Colnago-CSF Inox, che l’anno successivo lo ingaggia a metà stagione offrendogli il primo vero contratto da professionista. La stagione seguente, con la squadra che ha nel frattempo cambiato nome in Colnago CSF Bardiani, Colbrelli debutta al Giro d’Italia piazzandosi anche nella top 10 di tappa nell’arrivo allo sprint di Cervere. Nel 2013, sempre al Giro d’Italia, dà conferma della sua grande versatilità, visto che si piazza in top 10 in una tappa con arrivo in salita vinta da Vincenzo Nibali (che poi quel Giro andrà a vincerlo). A fine anno arrivano vari piazzamenti ed è chiaro che per la vittoria è solo questione di tempo. La prima volta di Colbrelli sul traguardo a braccia alzate è nella seconda tappa del Giro di Slovenia 2014, seguita poi la settimana seguente dal trionfo al Giro dell’Appenino, primo dei tanti successi sulle strade italiane, con cui aveva dimostrato di aver un buon feeling già in primavera chiudendo al sesto posto la Milano-Sanremo, altri sprazzi di grande talento da esprimere. In autunno, poi, arrivano i successi a Memorial Pantani, GP Industria & Commercio di Prato e alla Coppa Sabatini, oltre al secondo posto alla Tre Valli Varesine.

Nel 2015 dà il meglio di sé ancora una volta dopo Ferragosto con la vittoria di una tappa e della generale del Tour du Limousin e il successo al GP Beghelli che chiude un autunno italiano in cui ottiene tanti piazzamenti.  Nel 2016 trova continuità per tutta la stagione e già a febbraio esulta per la vittoria del GP Lugano dopo essersi piazzato secondo a Laigueglia due settimane prima.  Dopo essersi piazzato ancora una volta in top 10 alla Sanremo, sale sul podio della Amstel Gold Race e ottiene degli importanti risultati parziali anche al Giro d’Italia. I successi, però, come al solito, arrivano comunque dopo Ferragosto, con altre due vittorie di tappa al Tour de Limousin, una tappa al Tour de Poitou-Charentes e altre vittorie nell’autunno italiano, di cui è nel frattempo diventato uno dei massimi specialisti, con i successi a Coppa Agostoni, Coppa Sabatini e Tre Valli Varesine e i piazzamenti a Giro della Toscana e Giro del Piemonte.

Il 2017 è l’anno del passaggio al WorldTour con la Bahrain-Merida, formazione nata proprio quell’anno, che ne fa da subito uno dei suoi uomini di riferimento. L’inizio di stagione è positivo con una vittoria di tappa sotto la pioggia incessante alla Parigi-Nizza, battendo in volata alcuni tra i migliori sprinter al mondo. Dopo essere rimasto fuori dai 10 alla Sanremo si reca al Nord, dove si rende protagonista di un’ottima campagna delle classiche, vincendo la Freccia del Brabante e chiudendo in top 10 l’Amstel Gold Race e, alla prima partecipazione in carriera, il Giro delle Fiandre. A luglio arriva anche il debutto al Tour de France, dove ottiene tre top 10 di tappa e alla fine chiude quinto nella classifica della maglia verde. Con il passaggio al WorldTour, comunque, non perde le vecchie abitudini ed è nuovamente protagonista anche nella seconda parte di stagione, pur vincendo soltanto la Coppa Bernocchi in mezzo a una lunga sfilza di podi e piazzamenti vari. Nel 2018 fa capire subito le sue intenzioni vincendo una tappa del Dubai Tour, ma non riesce a replicare la campagna del Nord dell’anno precedente, ottenendo come miglior risultato il secondo posto alla Freccia del Brabante vinta un anno prima. Al Tour fa ancora meglio dell’anno precedente, con il solo Peter Sagan a negargli la vittoria nella seconda e nella quarta frazione e altri tre piazzamenti in top 10 di giornata. A fine anno chiude secondo il GP di Montréal e poi continua a fare incetta di classiche italiane conquistando Coppa Bernocchi e Gran Piemonte.

Il 2019 si apre con un successo di tappa al Tour of Oman, che è però un caso isolato in una prima parte di stagione in cui il bresciano non riesce a mettersi in mostra. Una piccola svolta arriva ai campionati italiani, dove conquista l’argento vincendo la volata dei battuti, arrivando così in fiducia al Tour. Alla Grande Boucle i piazzamenti in top 10 sono ben sei, ma cresce in lui e in chi lo guarda la sensazione che gli manchi ancora quel qualcosa per fare l’ultimo step di cui ha bisogno. Lui reagisce con una vittoria di tappa al Giro della Germania e l’ennesimo autunno da protagonista, che gli consente di portare a casa per la seconda volta in carriera il GP Beghelli. Nel 2020, dopo il lungo stop per il covid, parte bene con il successo di tappa alla Route d’Occitanie, ma poi è uno di quelli che soffre di più lo stop, non riuscendo quasi mai a far valere le sue qualità.

Il 2021 è invece di gran lunga la miglior stagione della sua carriera. In primavera si piazza alla Gand-Wevelgem e alla Milano-Sanremo e vince due tappe al Giro di Romandia. Il primo momento chiave dell’anno, però, è il Giro del Delfinato, dove conquista una tappa (ma potevano essere quattro, visto che in tre occasioni è secondo vincendo la volata del gruppo alle spalle di attaccanti solitari) e la classifica a punti finale. Arrivato da favorito ai Campionati Italiani, conquista il tricolore resistendo in salita al ritmo di Fausto Masnada, uno scalatore. Con questo stato di forma, il classe ’90 si presenta al Tour con l’obiettivo di vincere una tappa, ma ancora una volta arrivano diversi piazzamenti, tra cui il secondo posto di Saint-Gaudens vincendo la volata del primo gruppetto inseguitore alle spalle del vincitore solitario Patrick Konrad. Il corridore italiano si reca poi al Benelux Tour, dove dà spettacolo insieme al compagno Matej Mohoric e vince una tappa e la classifica generale. Il finale di stagione è pieno di grandi appuntamenti, a partire dall’Europeo italiano in Trentino, in cui riesce a vincere battendo allo sprint Remco Evenepoel dopo essere stato l’unico in grado di resistere alle sue accelerazioni. Il belga arriva al traguardo frustrato per non essere riuscito a staccarlo in salita e si lascia andare a un gesto tutt’altro che elegante, ma che dimostra quanto fosse difficile lottare con Colbrelli quel giorno.

Dopo la seconda vittoria in carriera al Memorial Pantani, Colbrelli è uno dei favoriti per il successo iridato nelle Fiandre, ma deve accontentarsi del decimo posto in una giornata segnata dagli errori tattici del Belgio e dal capolavoro di Julian Alaphilippe. Il capolavoro di Colbrelli, invece, arriva qualche giorno dopo nel velodromo di Roubaix. L’italiano, insieme a Van Der Poel e Vermeersch, aveva ripreso uno sfortunato Moscon sul Carrefour de l’Arbre, e con i due è arrivato a giocarsi il successo in volata, piazzandosi davanti al belga e al neerlandese nell’ordine. Quel giorno a Roubaix pioveva e la maschera di fango sul viso di Colbrelli esultante è un’immagine che racconta l’essenza del ciclismo, destinata a restare per anni nelle immagini delle sigle televisive.

Il 2022 sembra poter essere un grande anno e si apre con un secondo posto alla Omloop Het Nieuwsbald. Purtroppo, però, dopo un altro secondo posto, quello nella prima frazione del Giro di Catalogna, Colbrelli si accascia al suolo in preda alle convulsioni, vittima di un attacco cardiaco. Il pronto intervento dei sanitari permette di salvargli la vita, che è la cosa più importante, ma la sua carriera da ciclista si interrompe in quel momento, nonostante per qualche mese sembri poterci essere ancora qualche spiraglio. Il 30 ottobre arriva la comunicazione di una decisione forzata, con Colbrelli che non nasconde le lacrime

Le Gioie

Dei 34 successi della carriera di Colbrelli, sono gli ultimi quelli dal valore specifico maggiore. Il successo più pesante è sicuramente quello della Roubaix, dove l’ultimo italiano a vincere prima di lui era stato Andrea Tafi, nel lontanissimo 1999. Quel successo lo ha lanciato definitivamente nell’élite del ciclismo mondiale e sembrava poter dar via a uno spettacolare finale di carriera.

Qualche settimane prima, poi, era stato protagonista di un’altra grandissima vittoria, giocandosela con l’attuale campione del mondo Remco Evenepoel sulle strade trentine per il titolo di campione continentale. Dopo essersela giocata alla pari con il fenomeno belga in salita, il Cobra ha piazzato la zampata in volata, prendendosi uno scalpo importante, oltre che la maglia di campione europeo. Il bresciano già da qualche mese indossava però una maglia distintiva, visto che a giugno aveva conquistato la maglia tricolore, giocandosela in un bellissimo testa a testa con un compagno di squadra di Evenepoel, Fausto Masnada, che però, dopo non essere riuscito a fare la differenza in salita, non poteva che arrendersi allo spunto veloce del classe ’90.

Ridurre un’intera carriera solo all’ultima stagione vorrebbe dire però non dare i giusti meriti all’atleta azzurro, che invece è stato spesso protagonista proprio sulle strade italiane, ancor di più in condizioni meteo proibitive. In questo senso, vale la pena ricordare la vittoria della seconda tappa della Parigi-Nizza, che è stata la sua prima a livello WorldTour e che ha fatto capire che Colbrelli poteva essere una minaccia anche per il massimo livello del ciclismo.

I Dolori

Per un corridore che è costretto ad appendere la bici al chiodo il momento più doloroso è per forza quello dell’annuncio del ritiro. L’arresto cardiaco dello scorso marzo è stato un momento di grande paura per tutti i suoi tifosi e i suoi cari, ma soprattutto per lui, che ha spiegato con un discorso molto chiaro i motivi che lo hanno portato a questa decisione (anche se con le leggi italiane non avrebbe comunque potuto continuare, se non togliendo il defibrillatore).

Tornando all’aspetto sportivo, invece, sembra strano rileggere ora le parole di Colbrelli del giugno 2021 quando, dopo un secondo posto al Delfinato, si definiva “un eterno secondo”. Erano parole a caldo dopo un momento di delusione e sicuramente Colbrelli in quel caso era stato troppo duro con sé stesso, ma indicano comunque che lungo la strada c’è stata qualche occasione mancata. Per lo stato di forma in cui c’era arrivato, lui stesso non ha nascosto di avere qualche rimpianto per il mondiale fiammingo, anche se forse è al Tour che avrebbe potuto ottenere qualcosa in più. Se nei due secondi posti alle spalle di Sagan ha avuto la sfortuna di incontrare sulla sua strada un corridore più forte di lui, in quello alle spalle di Konrad avrebbe forse potuto scegliere meglio i tempi e giocarsi il successo di tappa con l’austriaco, come dimostrano anche i pugni che lo stesso Colbrelli ha sbattuto sul manubrio tagliando il traguardo, consapevole di aver perso una grande occasione.

Palmarès

    • 2014 (Bardiani CSF, cinque vittorie)
    2ª tappa Tour of Slovenia (Ribnica > Kočevje)
    Giro dell’Appennino
    Memorial Marco Pantani
    Gran Premio Industria e Commercio di Prato
    Coppa Sabatini
    • 2015 (Bardiani CSF, tre vittorie)
    1ª tappa Tour du Limousin (Limoges > Saint-Yrieix-la-Perche)
    Classifica generale Tour du Limousin
    Gran Premio Bruno Beghelli
    • 2016 (Bardiani CSF, sette vittorie)
    Gran Premio Città di Lugano
    3ª tappa Tour du Limousin (Le Lonzac > Liginiac)
    4ª tappa Tour du Limousin (Saint-Léonard-de-Noblat > Limoges)
    5ª tappa Tour du Poitou-Charentes (Thouars > Poitiers)
    Coppa Agostoni
    Coppa Sabatini
    Tre Valli Varesine
    • 2017 (Bahrain-Merida, tre vittorie)
    2ª tappa Parigi-Nizza (Rochefort-en-Yvelines > Amilly)
    Freccia del Brabante
    Coppa Bernocchi
    • 2018 (Bahrain-Merida, quattro vittorie)
    4ª tappa Dubai Tour (Dubai > Hatta Dam)
    3ª tappa Tour de Suisse (Oberstammheim > Gansingen)
    Coppa Bernocchi
    Gran Piemonte
    • 2019 (Bahrain-Merida, tre vittorie)
    4ª tappa Tour of Oman (Yiti > Oman Convention and Exhibition Centre)
    4ª tappa Deutschland Tour (Eisenach > Erfurt)
    Gran Premio Bruno Beghelli
    • 2020 (Bahrain-McLaren, una vittoria)
    2ª tappa Route d’Occitanie (Carcassonne > Cap Découverte)
    • 2021 (Bahrain Victorious, otto vittorie)
    2ª tappa Tour de Romandie (La Neuveville > Saint-Imier)
    3ª tappa Critérium du Dauphiné (Langeac > Saint-Haon-le-Vieux)
    Campionati italiani, Prova in linea
    6ª tappa Benelux Tour (Ottignies-Louvain-la-Neuve > Houffalize)
    Classifica generale Benelux Tour
    Campionati europei, prova in linea
    Memorial Marco Pantani
    Parigi-Roubaix
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